Milano, glicemia serena anche a Natale: come tecnologia e intelligenza artificiale ti danno una mano

Tra panettone, brindisi e tavolate, sensori, app e sistemi “smart” ti aiutano a restare in range senza rinunciare al gusto. Trucchi pratici, impostazioni furbe e consigli basati su evidenze, per feste più leggere e glicemie più stabili.

Quando arrivano le feste, la tavola diventa una poesia di profumi, ricordi, piatti di famiglia.

La tradizione chiama, il contatore dei carboidrati risponde.

Oggi però non siamo più soli, perché accanto al cucchiaio c’è un sensore, accanto al brindisi una notifica, accanto alla prudenza l’algoritmo che aggiusta la rotta.

Il segreto non è rinunciare, ma dirigere la barca con mano ferma, come si è sempre fatto, solo con strumenti migliori.

1) Il sensore come faro: allerta personalizzate e trend prima del piatto

Se usi un CGM in tempo reale o a scansione, sfrutta le soglie di allarme in modo intelligente: nelle giornate “ricche” alza leggermente l’allarme iper e stringi quello ipo, così ti avvisa prima del picco e molto prima di un calo indesiderato. L’uso routinario di CGM migliora l’HbA1c e riduce il tempo in ipoglicemia, con benefici dimostrati in adulti e bambini, e raccomandato negli standard clinici più recenti. 

Tip pratico
Guarda freccia e velocità del trend 15–20 minuti prima di metterti a tavola. Se la freccia sale, valuta il pre-bolo o una correzione guidata dal tuo team terapeutico. Per chi non usa insulina, il trend aiuta a scegliere l’ordine dei cibi, iniziando da verdure e proteine.

2) Ciclo chiuso ibrido, l’autopilota dei giorni impegnativi

I sistemi AID, come le pompe con algoritmo integrato, modulano la basale e, in alcuni modelli, effettuano correzioni automatiche, aumentando il Time in Range e alleggerendo il carico mentale. Nelle festività puoi usare un target temporaneo leggermente più alto durante i pasti lunghi, poi tornare al target standard. Le evidenze più recenti indicano miglioramenti del TIR con vari sistemi commerciali; l’adozione è ormai pratica clinica consolidata. 

Tip pratico
Attiva la modalità “attività” o “obiettivo temporaneo” se prevedi antipasti infiniti. Alla fine del pasto, lascia lavorare l’algoritmo e controlla a distanza di 2–3 ore se serve un piccolo aggiustamento.

3) AI nelle app: stime più furbe, decisioni più calme

Le app con funzioni di intelligenza artificiale aiutano nel conteggio dei carboidrati, nel riconoscimento delle porzioni tramite foto, e nella previsione dei trend combinando dati di CGM, insulina e attività. Non sostituiscono il giudizio clinico, ma fanno da “secondo cervello” quando la tavola di Natale è un labirinto.

Tip pratico
Crea ricette salvate per i tuoi piatti di famiglia. Le app impareranno dai tuoi dati, rendendo più rapide le stime l’anno prossimo, stesso pranzo, stessa teglia della nonna.

4) Conteggio dei carboidrati, il classico che non tradisce

La tecnologia aiuta, ma le basi restano l’arte antica: conoscere i carboidrati. L’ADA ricorda che il carb counting è una competenza cardine e che la quantità ottimale di macro va

personalizzata in base a obiettivi e preferenze. Nelle feste, occhio a zuccheri semplici e dessert.

Tip pratico
Dividi il dolce: metà subito, metà più tardi, soprattutto se il CGM mostra freccia in salita. Con le paste ripiene o i piatti “misti”, stima i carboidrati per blocchi: pasta, ripieno, sugo; annota l’esito per migliorare la prossima volta.

5) Brindisi con criterio: alcol e glicemia

L’alcol può far scendere la glicemia tardivamente, specie se bevi a stomaco vuoto o con insulina attiva; non farti ingannare dal picco iniziale delle bevande zuccherate. Le indicazioni educative sottolineano prudenza e moderazione; pianifica snack proteici se prevedi brindisi prolungati e sorveglia il CGM nelle ore notturne. 

Tip pratico
Preferisci bevande secche, sorseggia piano, mai guidare l’insulina alla cieca per “inseguire” il grafico. Imposta un allarme ipo più “sensibile” per la notte dei brindisi.

6) Muoviti come si faceva una volta, subito dopo il desco

Una passeggiata di 15–20 minuti dopo il pasto, come insegnavano i nonni, aiuta a smussare il picco post-prandiale. La tecnologia ti dirà quanto ha funzionato, ma la saggezza è antica e affidabile.

Tip pratico
Se il trend sale, esci a camminare prima del dolce. Spesso bastano pochi minuti per cambiare la pendenza della curva.

7) Viaggi, parenti lontani e buffet interminabili: la checklist che salva la festa

Tra treni e aerei, porta con te scorte doppie di sensori, set di infusione, batterie, glucagone o spray nasale, snack a basso indice glicemico. Alcune federazioni ricordano di tenere sempre con sé il materiale e, in aeroporto, le certificazioni mediche per passare i controlli senza stress. 

Tip pratico
Salva sul telefono una nota d’emergenza: terapia, contatti, dispositivo usato. E condividila con chi viaggia con te.

8) Obiettivi realistici di Time in Range, perché le feste sono feste

Gli Standard 2025 suggeriscono target personalizzati e l’importanza di proseguire le tecnologie già in uso.

Nelle festività punta a un TIR 60–70%, evitando ipo, e rimanda la perfezione a gennaio.

La costanza batte l’eroismo, soprattutto quando il torrone chiama. 

Schema rapido “Festa-Proof”
  • Prima del pasto: controlla trend; valuta pre-bolo o target temporaneo.
  • Durante: inizia da fibre e proteine; stima per blocchi; sorseggia con criterio.
  • Dopo: cammina 15–20 minuti; rivedi il grafico a 2–3 ore; micro-correzione se indicata.
  • Notte: allarme ipo più sensibile; snack proteico se hai bevuto.
  • Viaggio: scorte doppie, documenti, piano B senza rete.

Perché fidarsi di questi consigli

  • CGM: migliora HbA1c e riduce ipo in RCT e pratica clinica.
  • AID: aumenta il Time in Range e facilita la vita nei contesti variabili delle feste. 
  • rtCGM con allarmi rispetto a sistemi senza allarmi: migliore controllo e minore preoccupazione ipoglicemica nel lungo periodo.
  • Nutrizione personalizzata e conteggio carboidrati: principi educativi consolidati.

La tradizione non si tocca, si accompagna.

Un tempo si affidava tutto all’esperienza, oggi l’esperienza dialoga con il sensore, con l’app, con l’algoritmo.

La festa resta festa, il gusto resta gusto, e tu resti al timone.

Milano insegna che modernità e buon senso possono sedersi alla stessa tavola: panettone tagliato fine, passi dopo cena, notifiche gentili, un brindisi misurato. Così la glicemia, invece di fare il trenino, mantiene il passo della musica.

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Giornata Mondiale del Diabete: perché conta parlarne (e farlo bene)

La Giornata Mondiale del Diabete (14 novembre) è il momento chiave per informare, prevenire e promuovere diagnosi e cura del diabete.

A Milano città con una rete sanitaria, universitaria e associativa tra le più dinamiche in Italia parlarne significa salvare tempo di diagnosi, complicanze e qualità di vita.

In questo articolo spieghiamo perché la giornata conta, cosa fare nell’immediato, e come trasformare la consapevolezza in azione concreta tutto l’anno.

Perché la Giornata Mondiale del Diabete è cruciale

Consapevolezza che anticipa la diagnosi
Molte persone convivono con iperglicemia non diagnosticata. Segnali come sete intensa, minzione frequente, stanchezza, calo ponderale improvviso, vista offuscata meritano attenzione e un semplice controllo della glicemia.

Prevenzione possibile (soprattutto nel tipo 2)
Stile di vita attivo, alimentazione equilibrata, sonno adeguato e gestione dello stress riducono il rischio e migliorano il compenso glicemico. La giornata è l’occasione giusta per fissare obiettivi realistici e misurabili.

Cura che evolve
Tecnologie (sensori CGM, microinfusori, sistemi ibridi ad ansa chiusa) e farmaci di nuova generazione hanno cambiato la gestione quotidiana. Informarsi correttamente evita aspettative sbagliate o paure infondate.

Lotta allo stigma
Parlare di diabete significa anche riconoscere il disagio emotivo legato alla malattia, promuovere linguaggio rispettoso e combattere fake news, dall’“insulina che crea dipendenza” ai “rimedi miracolosi”.

Milano: perché qui la conversazione pesa di più

Ecosistema clinico–scientifico: ospedali, IRCCS, università e centri di diabetologia con percorsi integrati (nutrizione, piede diabetico, gravidanza, psicologia).

Rete territoriale: MMG, farmacie, servizi infermieristici di prossimità, associazioni pazienti.

Innovazione e tecnologia: disponibilità di trial, dispositivi e formazione digitale.
Parlarne a Milano significa facilitare l’accesso ai percorsi giusti e ridurre le disuguaglianze tra quartieri e fasce sociali.

Cosa puoi fare oggi
  1. Valuta il tuo rischio (familiarità, sedentarietà, sovrappeso, ipertensione, apnee del sonno). Se hai più fattori, prenota uno screening glicemico.
  2. Misura, non indovinare: glicemia a digiuno, HbA1c e, quando indicato dal medico, OGTT.
  3. Obiettivi SMART per 4 settimane:
    • +150 minuti di attività fisica settimanale a intensità moderata;
    • +5 porzioni di frutta/verdura al giorno;
    • –50% bevande zuccherate/ultraprocessati;
    • +7–8 ore di sonno/sera.
  4. Prenota un colloquio educazionale: conta più un buon piano personalizzato di mille consigli generici.
  5. Partecipa o organizza un evento (talk, camminata di quartiere, check glicemico con counseling): la forza è nella comunità.
Conoscere le forme di diabete (in breve)
  • Tipo 1: patologia autoimmune, richiede insulina dall’esordio. Oggi CGM e microinfusori aiutano a ridurre ipo/iperglicemie e tempo fuori range.
  • Tipo 2: insulino–resistenza e progressiva riduzione della secrezione insulinica. Si agisce su stile di vita e farmaci (scelta e combinazioni definite dal medico).
  • GDM (gestazionale): insorge in gravidanza e richiede monitoraggio serrato per la salute di madre e bimbo.
  • Altri tipi: LADA, MODY, secondari a farmaci o patologie del pancreas: servono percorsi specialistici.
Tecnologia: alleata, non scorciatoia
  • CGM: dai sensori intermittenti a quelli in real time; imparare a leggere trend e frecce è decisivo.
  • Microinfusori e sistemi ibridi: riducono il carico decisionale, ma richiedono educazione strutturata (carbo–counting, set infusioni, gestione malfunzionamenti).
  • App & telemedicina: condivisione dati utile solo se porta a decisioni (insulina, dieta, attività). Diffida dei dispositivi non certificati o venduti fuori canali sicuri.
Mente e relazione di cura

Il diabete è anche emozioni: paura dell’ipoglicemia, frustrazione per le misurazioni, stanchezza da trattamento. Normalizzare il diabetes distress e chiedere supporto psicologico migliora aderenza e qualità di vita.

La Giornata Mondiale è lo spazio per dirlo ad alta voce.

Fake news: come riconoscerle

Promesse assolute (“cura definitiva in 30 giorni”).

Demonizzazione/idealizzazione di singoli alimenti.

Testimonianze senza dati e link a shop non trasparenti.

Assenza di marchi CE/FDA per i device.
Regola d’oro: se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è.

 

Il ruolo di Casa Diabete – Milano

  • Informazione chiara e verificata su diagnosi, terapie e diritti (patente, lavoro, invalidità civile).
  • Educazione terapeutica individuale e di gruppo (carbo–counting, gestione ipoglicemia, viaggio).
  • Orientamento nella rete di centri e servizi cittadini.
  • Advocacy contro stigma e disinformazione.
  • Eventi in occasione del 14 novembre e durante tutto l’anno, per famiglie, scuole, aziende.

Call to action
Vuoi partecipare a una sessione informativa gratuita, organizzare un incontro nella tua scuola/azienda o prenotare uno screening? Contatta Casa Diabete – Milano: ti aiutiamo a scegliere il percorso più adatto.

FAQ essenziali

La Giornata Mondiale del Diabete serve davvero?
Sì: aumenta diagnosi precoci, adesione a programmi di prevenzione e uso consapevole della tecnologia.

Non ho sintomi: devo controllarmi?
Se hai fattori di rischio o familiarità, sì. Molti casi di tipo 2 sono asintomatici per anni.

Il sensore glicemico è per tutti?
È utilissimo in molte situazioni, ma la scelta va personalizzata con il team curante.

Posso “guarire” dal diabete?
Il tipo 1 richiede insulina a vita; nel tipo 2 sono possibili remissioni con interventi intensivi, ma servono monitoraggio e follow-up medico.

Consigli pratici “ready-to-use” per Milano
  • Pianifica controlli pre–festivi: in autunno–inverno aumentano uscite e pasti sociali; anticipa visite e referti.
  • Trasporti e device: se viaggi in città con mezzi pubblici, porta con te set di riserva per CGM/infusore e una card con indicazioni in caso di ipoglicemia.
  • Ristorazione: chiedi senza timore informazioni su ingredienti e porzioni; molti locali milanesi offrono opzioni bilanciate e gluten-/lactose-free.

La Giornata Mondiale del Diabete serve davvero?

Sì: aumenta diagnosi precoci, adesione ai programmi di prevenzione e uso consapevole della tecnologia

Non ho sintomi: devo controllarmi?

Se hai fattori di rischio o familiarità, è consigliato un controllo di glicemia e HbA1c su indicazione medica.

Il sensore glicemico è per tutti?

È molto utile in molte condizioni, ma la scelta e la rimborsabilità dipendono dalla valutazione del team curante.

Posso guarire dal diabete?

Il tipo 1 richiede insulina; nel tipo 2 sono possibili remissioni con interventi intensivi e follow-up medico."

Parlare di diabete a Milano durante la Giornata Mondiale non è un esercizio simbolico, è una scelta di salute pubblica.

Roberto Lambertini –  Paziente Diabetico

 

La differenza tra un sospetto ignorato e una diagnosi precoce può essere enorme.

Casa Diabete è qui per accompagnarti: informazione affidabile, percorsi personalizzati, comunità.

Prossimo passo: verifica il tuo rischio, prenota un controllo, porta un collega o un familiare a un evento.

Ogni conversazione può cambiare una storia clinica.

Nota: le indicazioni sono generali e non sostituiscono il parere del tuo team diabetologico di riferimento a Milano.

Disclaimer: le informazioni hanno scopo divulgativo e non sostituiscono il parere del medico curante. Per diagnosi e terapia rivolgersi ai professionisti sanitari.

Attività fisica indoor per la stagione fredda: guida pratica per persone con diabete (a Milano)

Quando fuori fa freddo, piove o le giornate sono corte, muoversi in casa diventa la strategia più semplice per non interrompere la routine di attività fisica. Per chi vive con il diabete (tipo 1, tipo 2 o prediabete), l’esercizio regolare è un tassello fondamentale del controllo glicemico, del benessere cardiovascolare e dell’umore. In questa guida di Casa Diabete – Milano trovi idee, protocolli e accorgimenti di sicurezza per allenarti indoor in modo efficace e sicuro.

Invalidità e benefici fiscali: cosa sapere Un quadro aggiornato per chi vive con una malattia cronica come il diabete

Quando si parla di invalidità e benefici fiscali, spesso ci si imbatte in dubbi e informazioni frammentarie.

Per chi vive con una malattia cronica come il diabete, conoscere i propri diritti è fondamentale non solo per la tutela sanitaria, ma anche per accedere a misure economiche e agevolazioni che possono alleggerire il peso della gestione quotidiana della patologia.

In questo articolo vediamo cosa sapere su invalidità civile, agevolazioni fiscali e benefici collegati, con un focus particolare sulle persone con diabete, ma valido anche per chi convive con altre condizioni croniche.

Invalidità civile: cosa significa

L’invalidità civile è una condizione riconosciuta a chi, a causa di una malattia o menomazione, subisce una riduzione permanente della capacità lavorativa o, se minorenne, della capacità di svolgere compiti e funzioni tipiche dell’età.

Per ottenerla occorre:

  1. Presentare una domanda all’INPS, corredata da un certificato medico introduttivo.
  2. Sottoporsi a una visita medico-legale presso la commissione ASL/INPS.
  3. Attendere il verbale che certifica la percentuale di invalidità riconosciuta.
Le percentuali di invalidità e i benefici collegati

Le principali soglie di invalidità e i relativi benefici sono:

Dal 33%: si ha diritto ad alcune agevolazioni lavorative e scolastiche.

Dal 46%: possibilità di iscrizione alle liste di collocamento mirato (Legge 68/1999).

Dal 51%: congedo straordinario per cure (30 giorni all’anno).

Dal 67%: esenzione parziale dal pagamento del ticket sanitario.

Dal 74% al 99%: diritto all’assegno mensile di assistenza, se disoccupati e con reddito entro limiti stabiliti.

100%: diritto alla pensione di inabilità civile.

Legge 104 e altre tutele

La Legge 104/1992 è un punto di riferimento per le persone con invalidità e per i loro familiari.

Le principali agevolazioni sono:

  • permessi retribuiti (3 giorni al mese per lavoratori dipendenti);
  • priorità nella scelta della sede lavorativa;
  • detrazioni fiscali per spese sanitarie e assistenziali.
Benefici fiscali e agevolazioni economiche

Oltre alle prestazioni assistenziali, chi ha una invalidità riconosciuta può accedere a una serie di benefici fiscali:

Esenzione ticket sanitario: per visite, esami e farmaci legati alla patologia.

Detrazioni IRPEF: spese mediche, acquisto di protesi e dispositivi medici, fino al 19%.

Agevolazioni auto: IVA ridotta al 4% per l’acquisto di veicoli, detrazione IRPEF del 19%, esenzione bollo auto e IPT.

Contributi per abbattimento barriere architettoniche: detrazioni fino al 75%.

Assegni e pensioni di invalidità: in base alla percentuale e al reddito.

Invalidità e diabete: il caso specifico

Per le persone con diabete mellito il riconoscimento dell’invalidità civile varia in base al tipo di diabete e al trattamento necessario.

  • Il diabete di tipo 1 richiede una gestione intensiva (insulina, monitoraggio continuo), quindi in genere comporta il riconoscimento di una percentuale più elevata.
  • Il diabete di tipo 2, se trattato solo con dieta e farmaci orali, prevede percentuali inferiori, che possono aumentare in presenza di complicanze (retinopatia, neuropatia, nefropatia, ecc.).
Come richiedere l’invalidità e i benefici fiscali

Ecco i passaggi pratici:

  1. Domanda telematica all’INPS con certificato medico introduttivo.
  2. Visita medico-legale con la commissione ASL/INPS.
  3. Ricezione del verbale di invalidità con percentuale riconosciuta.
  4. Accesso ai benefici fiscali tramite dichiarazione dei redditi o richiesta diretta presso gli enti competenti.

Invalidità e benefici fiscali sono strumenti di tutela pensati per migliorare la qualità di vita delle persone con malattie croniche, come il diabete.

Conoscere la normativa, sapere come muoversi e richiedere il giusto riconoscimento può fare la differenza tra una gestione solitaria della patologia e un supporto concreto, anche economico.

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Attenzione alle truffe online: dispositivi non sicuri per il diabete

Il mercato online offre infinite opportunità, ma nasconde anche insidie pericolose, soprattutto quando si parla di salute. Sempre più frequentemente, pazienti con diabete segnalano la comparsa di dispositivi medici contraffatti o non certificati venduti su siti poco affidabili o tramite canali paralleli.

Sensori per il monitoraggio continuo del glucosio (CGM), glucometri, insuline “miracolose” e perfino pompe di insulina vengono proposti a prezzi stracciati, promettendo risultati rapidi e risparmi consistenti.
La realtà, però, è ben diversa: dietro queste offerte si celano rischi gravi per la sicurezza e per la vita delle persone.

Dispositivi non certificati: un pericolo concreto

In Italia e in Europa, tutti i dispositivi medici devono rispettare rigide normative, tra cui la Marcatura CE e, per i farmaci, l’autorizzazione dell’AIFA o dell’EMA. I prodotti che non presentano queste garanzie non hanno superato test di qualità, sicurezza ed efficacia.
Acquistare un dispositivo non certificato significa esporsi a:

  • Misurazioni errate della glicemia o della concentrazione di glucosio interstiziale, con conseguente rischio di ipoglicemia o iperglicemia non rilevate.
  • Materiali scadenti o tossici, potenzialmente dannosi per la pelle e l’organismo.
  • Assenza di assistenza e garanzia, che lascia il paziente senza supporto in caso di malfunzionamento.
  • Truffe economiche, con la possibilità di non ricevere il prodotto o di ritrovarsi con un dispositivo contraffatto.
Le truffe più comuni sul web

Tra i casi più frequenti segnalati dalle associazioni dei pazienti e dalle autorità sanitarie troviamo:

  • Sensori CGM venduti a metà prezzo su piattaforme non autorizzate: spesso sono falsi, scaduti o rubati.
  • Pompe di insulina di “ultima generazione” spacciate come dispositivi rivoluzionari, ma in realtà non esistenti o prive di autorizzazioni.
  • Integratori o soluzioni alternative che promettono la “guarigione dal diabete” o la sostituzione delle terapie standard.
  • Kit di insulina non originali, pericolosi perché possono contenere sostanze diverse dal principio attivo.
Come riconoscere un dispositivo sicuro

Per difendersi dalle truffe, è fondamentale saper distinguere un dispositivo certificato da uno potenzialmente pericoloso. Alcuni consigli pratici:

Acquistare solo da canali ufficiali: farmacie, parafarmacie, siti web di produttori autorizzati o distributori riconosciuti.

Controllare la marcatura CE e i dati del fabbricante.

Diffidare dei prezzi troppo bassi: un dispositivo medico ha costi di produzione e certificazione che non permettono ribassi sospetti.

Verificare la presenza di manuali in italiano, informazioni chiare su garanzia e assistenza clienti.

Consultare sempre il proprio diabetologo prima di provare un nuovo dispositivo o terapia.

L’impatto sulla salute pubblica

Il fenomeno delle truffe online in campo sanitario non riguarda solo il singolo paziente.

Dispositivi non sicuri rappresentano una minaccia per l’intero sistema sanitario, perché:

  • aumentano i rischi di ricoveri per complicanze evitabili, con costi elevati per il SSN;
  • minano la fiducia nella tecnologia medica, fondamentale per migliorare la qualità di vita delle persone con diabete;
  • favoriscono la diffusione di fake news e informazioni non scientifiche.
Le raccomandazioni delle istituzioni

Le autorità sanitarie italiane ed europee hanno più volte richiamato l’attenzione dei cittadini sul tema.

L’AIFA, il Ministero della Salute e la Commissione Europea invitano a segnalare prontamente ogni sospetto di dispositivo contraffatto e a rivolgersi esclusivamente a canali ufficiali per l’acquisto di prodotti medici.
Anche le associazioni di pazienti, come l’Associazione Giovani Diabetici, sono impegnate in campagne di sensibilizzazione per aiutare famiglie e pazienti a riconoscere i rischi.

La tecnologia ha cambiato in meglio la vita delle persone con diabete, rendendo più semplice la gestione quotidiana della malattia. Tuttavia, i progressi possono trasformarsi in un boomerang se ci si affida a dispositivi non certificati e venduti da fonti non ufficiali.
La regola è una sola: non mettere a rischio la propria salute per un risparmio apparente.

Prima di acquistare, informarsi è un dovere.

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Alimentazione autunnale: i cibi che aiutano a mantenere stabile la glicemia

Con l’arrivo dell’autunno, la tavola si arricchisce di frutta, verdura e cereali tipici della stagione.

Per le persone con diabete – ma anche per chi desidera prevenire problemi glicemici – scegliere i giusti alimenti di stagione può fare una grande differenza nel mantenere stabile la glicemia.

Non si tratta soltanto di “cosa” mangiare, ma anche di “come” abbinarlo, cuocerlo e distribuirlo nei pasti.

Perché l’autunno è alleato della glicemia

L’autunno è una stagione ricca di cibi ad alto contenuto di fibre, vitamine e antiossidanti. Zucca, cavoli, castagne e mele non solo offrono energia, ma hanno un impatto positivo sul controllo glicemico. Le fibre rallentano l’assorbimento degli zuccheri, evitando picchi post-prandiali, mentre i fitonutrienti svolgono un ruolo protettivo contro lo stress ossidativo, spesso più elevato nelle persone con diabete.

Verdure autunnali amiche della glicemia
  • Zucca: dolce al palato ma con indice glicemico moderato se consumata al forno o al vapore. Ricca di carotenoidi e fibre.
  • Cavoli e broccoli: ricchissimi di fibre, vitamina C e sulforafano, sostanza che aiuta la sensibilità insulinica.
  • Topinambur: poco conosciuto ma prezioso, grazie all’inulina, una fibra solubile che contribuisce a ridurre i livelli di glucosio nel sangue.
  • Radicchio e cicoria: favoriscono la digestione e migliorano il metabolismo degli zuccheri.
Frutta di stagione: dolce equilibrio

La frutta autunnale può sembrare “zuccherina”, ma se scelta e consumata con moderazione diventa un’alleata preziosa:

  • Mele e pere: ricche di pectina, fibra solubile che rallenta l’assorbimento degli zuccheri.
  • Melograno: potente antiossidante, utile per la protezione cardiovascolare.
  • Uva (con moderazione): meglio consumarla in piccole quantità, abbinata a frutta secca per ridurre l’impatto glicemico.
  • Castagne: fonte di carboidrati complessi, da inserire in sostituzione del pane o della pasta, non in aggiunta.
Cereali e legumi: energia a rilascio lento
  • Farro e orzo: cereali integrali che, grazie al basso indice glicemico, garantiscono sazietà prolungata.
  • Lenticchie e ceci: ricchi di proteine vegetali e fibre, riducono la risposta glicemica dei pasti.
  • Polenta integrale: da preferire rispetto a quella raffinata, abbinata a verdure autunnali.
Consigli pratici per stabilizzare la glicemia in autunno
  1. Preferire cotture semplici: al vapore, forno o padella antiaderente, evitando fritture.
  2. Abbinare sempre fibre e proteine: una mela con noci, o la zucca con legumi, riducono i picchi glicemici.
  3. Attenzione alle porzioni: anche i cibi “sani” possono alzare la glicemia se consumati in eccesso.
  4. Idratazione e movimento: bere acqua regolarmente e mantenere una routine di attività fisica autunnale (passeggiate, bici, ginnastica dolce).

L’alimentazione autunnale offre numerosi alleati naturali per la gestione della glicemia.

Conoscere e sfruttare le proprietà dei cibi di stagione aiuta non solo chi convive con il diabete, ma chiunque voglia prevenire squilibri metabolici.

Mangiare seguendo il ritmo delle stagioni, privilegiando fibre e nutrienti, è un investimento sulla salute a lungo termine.

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Come posizionare un sensore glicemico: un gesto semplice che cambia la vita

Applicare un sensore glicemico non è solo un’operazione pratica: è un atto di fiducia verso se stessi.

Ottobre mese della prevenzione: i controlli da non rimandare per la salute e il diabete

Un mese dedicato alla salute

Ottobre è universalmente riconosciuto come il mese della prevenzione. In Italia e nel mondo, diverse campagne di sensibilizzazione vengono lanciate per incoraggiare le persone a prendersi cura di sé, sottoponendosi a controlli e screening fondamentali.

L’obiettivo è chiaro: intercettare precocemente le malattie, ridurre i rischi e migliorare la qualità della vita.

Molti tendono a rimandare visite ed esami per mancanza di tempo o per timore dei risultati, ma la prevenzione è un investimento sulla propria salute e consente di evitare conseguenze gravi.

Perché la prevenzione è fondamentale

Secondo il Ministero della Salute, oltre il 70% delle malattie croniche può essere prevenuto o gestito meglio attraverso stili di vita sani e controlli regolari.

Il diabete, le malattie cardiovascolari e alcune forme di tumore possono svilupparsi in silenzio per anni, senza sintomi evidenti. Solo esami specifici permettono di individuarli precocemente.

I controlli da non rimandare a ottobre

1. Screening per il diabete

* Misurazione della glicemia a digiuno

* Emoglobina glicata (HbA1c)

* Visita di controllo dal diabetologo in caso di familiarità o diagnosi già presente

* Controllo del peso e della circonferenza addominale

2. Controlli cardiovascolari

* Misurazione della pressione arteriosa

* Esami del sangue: colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi

* Elettrocardiogramma nei soggetti a rischio

3. Screening oncologici (a seconda dell’età e del sesso)

* Pap test e HPV test per le donne

* Mammografia (donne sopra i 45 anni)

* Colonoscopia o ricerca sangue occulto nelle feci (uomini e donne sopra i 50 anni)

* Controllo dermatologico dei nei

4. Visita oculistica e odontoiatrica

* Per chi vive con il diabete, fondamentale lo screening per retinopatia diabetica

* Controllo dentale, spesso sottovalutato, ma essenziale anche per la salute metabolica

5. Check-up generale

* Analisi del sangue e delle urine

* Valutazione della funzionalità renale ed epatica

* Esami tiroidei in caso di predisposizione

Focus: prevenzione e diabete

Per le persone con diabete, ottobre è l’occasione ideale per fissare visite e controlli periodici: monitorare l’andamento della glicemia, verificare la salute del cuore, dei reni, degli occhi e dei piedi.

Un controllo regolare riduce il rischio di complicanze croniche e consente di adattare tempestivamente la terapia.

Lo stile di vita conta

La prevenzione non si limita agli esami medici: abitudini quotidiane corrette sono il vero motore del benessere.

  1. Seguire una dieta equilibrata, ricca di fibre e povera di zuccheri semplici
  2. Fare attività fisica regolare
  3. Limitare alcol e fumo
  4. Gestire lo stress e dormire a sufficienza

Conclusione: non rimandare, la prevenzione è vita

Ottobre ci ricorda che il tempo migliore per prenderci cura della nostra salute è adesso.

Un semplice check-up può fare la differenza tra vivere con la serenità di un controllo regolare e affrontare diagnosi tardive.

Prendersi cura di sé significa proteggere il futuro: non aspettare, fissa i tuoi controlli di prevenzione.

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24 Settembre 2025 Di Redazione Digital Diabetes 0 Comments

Sensori glicemici: come funzionano davvero

I sensori glicemici, noti anche come CGM (Continuous Glucose Monitoring), stanno rivoluzionando il monitoraggio del diabete, offrendo un’alternativa più precisa, continua e meno invasiva rispetto alla classica puntura del dito. Ma come funzionano davvero questi dispositivi? E quali sono i vantaggi e i limiti da conoscere?.

Come funzionano i sensori glicemici

Un sensore glicemico è un piccolo dispositivo applicato sotto la pelle, solitamente a livello dell’addome o del braccio. Attraverso un sottile filamento inserito nel tessuto sottocutaneo, misura in tempo reale la concentrazione di glucosio nel fluido interstiziale, cioè il liquido che circonda le cellule.

Il sensore trasmette i dati a un lettore, a uno smartphone o direttamente a un microinfusore, consentendo un monitoraggio continuo della glicemia. Questo processo avviene tramite:

  • Sensore enzimatico (più diffuso): sfrutta l’enzima glucosio-ossidasi che, reagendo con il glucosio, genera un segnale elettrico proporzionale alla concentrazione.
  • Trasmettitore wireless: invia i dati al dispositivo ricevente.
  • Algoritmo di calibrazione: elabora i valori e li traduce in dati leggibili.
I vantaggi del monitoraggio continuo
  1. Controllo in tempo reale: le persone possono verificare le proprie glicemie 24 ore su 24, senza dover ricorrere a frequenti punture capillari.
  2. Allarmi personalizzati: i CGM avvisano in caso di ipoglicemia o iperglicemia imminente, aumentando sicurezza e autonomia.
  3. Trend e grafici: non solo valori puntuali, ma anche l’andamento della glicemia, utile per gestire pasti, sport e terapia insulinica.
  4. Maggiore aderenza terapeutica: studi scientifici dimostrano che l’uso regolare del CGM migliora l’HbA1c e riduce le escursioni glicemiche.
Limiti da considerare

Nonostante i progressi, i sensori glicemici non sono perfetti:

  • Latenza: i valori del fluido interstiziale possono differire di 5-10 minuti rispetto al sangue capillare.
  • Costi: rappresentano una spesa non indifferente, anche se in Italia il Servizio Sanitario Nazionale ne garantisce la rimborsabilità in molti casi.
  • Durata: i sensori hanno un ciclo vitale limitato (da 7 a 14 giorni in media).
Il futuro dei sensori glicemici

La ricerca è in continua evoluzione: si lavora a sensori più piccoli, più accurati e a lunga durata, fino a sistemi impiantabili sotto pelle che possono funzionare per mesi. Inoltre, l’integrazione con algoritmi di intelligenza artificiale sta aprendo la strada al pancreas artificiale, un sistema capace di automatizzare la somministrazione di insulina.

I sensori glicemici rappresentano oggi uno strumento indispensabile per la gestione moderna del diabete.

Offrono precisione, libertà e sicurezza, contribuendo a migliorare la qualità di vita e a ridurre il rischio di complicanze. Conoscere come funzionano davvero aiuta pazienti e familiari a sfruttarne appieno il potenziale, senza cadere nelle trappole della disinformazione o di dispositivi non certificati.

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16 Settembre 2025 Di Redazione Digital Diabetes 0 Comments

Rientro a scuola e diabete: consigli pratici per famiglie e insegnanti

L’inizio dell’anno scolastico può rappresentare una sfida per bambini e adolescenti con diabete. Ecco le strategie utili per gestire al meglio la quotidianità tra banchi di scuola, sport e socialità.
Un nuovo anno scolastico, nuove sfide

Per le famiglie di bambini e adolescenti con diabete, il rientro a scuola non è solo sinonimo di libri e quaderni nuovi, ma anche di organizzazione e responsabilità aggiuntive. La gestione del diabete – soprattutto del tipo 1 – richiede monitoraggio costante della glicemia, attenzione all’alimentazione, attività fisica equilibrata e conoscenza delle possibili emergenze come l’ipoglicemia.

La scuola, quindi, diventa un luogo in cui è fondamentale costruire un’alleanza tra studenti, famiglie e insegnanti.

Il ruolo delle famiglie

I genitori hanno un compito centrale: preparare il terreno prima del rientro. Alcuni suggerimenti pratici:

Incontro con la scuola: organizzare un colloquio con insegnanti e personale ATA per spiegare le necessità del bambino e fornire un “piano personalizzato” di gestione del diabete.

Kit d’emergenza: consegnare alla scuola un kit contenente glucometro, strisce, glucagone, snack dolci e acqua.

Educazione del bambino: responsabilizzare progressivamente il ragazzo, in base all’età, affinché sappia gestire i controlli glicemici e segnalare eventuali sintomi.

Comunicazione costante: mantenere un canale aperto con gli insegnanti, anche tramite chat dedicate, per aggiornamenti rapidi in caso di necessità.

Il ruolo degli insegnanti

Gli insegnanti non devono diventare medici, ma è importante che abbiano nozioni di base per affrontare eventuali situazioni. Alcuni aspetti chiave:

Riconoscere i segnali: pallore, sudorazione fredda, tremori e difficoltà di concentrazione possono indicare ipoglicemia. In questi casi, il bambino deve assumere subito zuccheri semplici.

Flessibilità: consentire allo studente di fare pause per controllare la glicemia, assumere cibo o recarsi in bagno.

Inclusione: evitare discriminazioni, garantendo la partecipazione a gite scolastiche, attività sportive e momenti di socialità.

Collaborazione: seguire le indicazioni della famiglia e del pediatra/diabetologo.

Attività fisica e sport a scuola

Lo sport è parte integrante della vita scolastica e rappresenta un’opportunità per i bambini con diabete. Tuttavia, va gestito con attenzione:

  • Controllare la glicemia prima, durante e dopo l’attività.
  • Avere a disposizione snack o bevande zuccherate.
  • Personalizzare l’intensità dell’esercizio in base alle condizioni del momento.

Un contesto normativo a tutela degli studenti

In Italia, la Legge 104/1992 e le Linee guida ministeriali sul diabete a scuola tutelano il diritto all’istruzione, alla salute e all’inclusione sociale degli studenti con patologie croniche. Le scuole possono predisporre un Piano Didattico Personalizzato (PDP) o un Protocollo Sanitario Individuale, redatto insieme alla famiglia e all’ASL di riferimento.

L’unica regola: diffidare delle imitazioni

In un contesto così delicato, la regola da ricordare è semplice quanto antica: diffidare delle imitazioni.

  • Nessun sensore “miracoloso” può sostituire oggi i dispositivi certificati.

  • Nessuna scorciatoia pubblicitaria vale la sicurezza offerta dalla scienza.

  • Nessun paziente dovrebbe decidere da solo senza il confronto con il proprio specialista.

La forza dell’alleanza

Il rientro a scuola per un bambino con diabete non deve essere fonte di ansia, ma un’occasione per rafforzare la rete educativa e sanitaria attorno allo studente. La collaborazione tra famiglie, insegnanti e operatori sanitari è il vero segreto per garantire sicurezza, serenità e inclusione.

Con la giusta preparazione, il diabete non è un ostacolo al percorso scolastico, ma una sfida che si può affrontare insieme.

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10 Settembre 2025 Di Redazione Digital Diabetes 0 Comments

Sensori glicemici “miracolosi”? Perché diffidare delle imitazioni e affidarsi solo a dispositivi certificati

Tra social e pubblicità ingannevoli proliferano annunci di sensori non invasivi per il diabete. Oggi, l’unica sicurezza per il paziente resta la tecnologia validata, autorizzata dalle società scientifiche e prescritta dagli specialisti.

Immaginate il vostro ristorante preferito: di giorno è un luogo vivace e movimentato, ma dopo l’orario di chiusura il personale inizia a rimettere a posto il locale per prepararsi al giorno successivo.

Potremmo usare questa analogia per descrivere ciò che accade al nostro corpo.

Di giorno, il nostro organismo è completamente impegnato a tenerci in movimento e occupati nelle nostre attività.

Di notte, quando dormiamo, il corpo si “ferma”. Il sonno offre la possibilità di riposare e svolge un ruolo fondamentale nel ricalibrare i vari ormoni che ci aiutano a mantenerci in buona salute.

Dormire una notte di sonno ristoratore è una pratica spesso sottovalutata, ma estremamente utile per condurre uno stile di vita sano, e ancora di più per chi soffre di diabete di tipo 1.

L’illusione del “senza aghi”

Negli ultimi anni, il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) ha cambiato radicalmente la vita di milioni di persone con diabete.

La possibilità di controllare in tempo reale l’andamento dei valori glicemici, senza doversi pungere più volte al giorno con il classico glucometro, ha rappresentato una rivoluzione silenziosa ma profonda. Eppure, dove c’è innovazione autentica, si infilano anche illusioni pericolose.

Sempre più spesso, navigando sui social network o in siti web poco trasparenti, compaiono pubblicità che promettono sensori glicemici “senza buchi sulla pelle”, dispositivi indolori capaci – così dicono – di misurare la glicemia senza alcuna invasività. Uno scenario da fantascienza che fa breccia nel cuore dei pazienti, desiderosi di liberarsi dalle punture.

La realtà, però, è un’altra: oggi non esistono dispositivi affidabili e certificati in grado di misurare la glicemia senza contatto con il corpo. Qualsiasi annuncio che promette il contrario appartiene al regno della pubblicità ingannevole.

Pubblicità ingannevole: il nuovo volto del rischio

Il fenomeno non è isolato. Anzi, segue uno schema ben noto: si prende un bisogno reale, lo si esaspera con promesse miracolose e lo si confeziona in una grafica accattivante, spesso con testimonial improvvisati o falsi “esperti in camice bianco”. Il risultato? Pazienti confusi, attratti da soluzioni facili che rischiano di peggiorare la gestione della loro malattia.

Questi dispositivi non solo non funzionano, ma possono essere pericolosi. Un dato glicemico sbagliato porta a decisioni sbagliate: una dose di insulina in più, o in meno, può significare ipoglicemia, iperglicemia, pronto soccorso, e nei casi più gravi persino conseguenze letali.

Dietro a queste campagne pubblicitarie ci sono spesso aziende senza autorizzazioni, che sfruttano canali poco controllati come piattaforme social e marketplace esteri.

Non è raro che i prodotti arrivino da Paesi in cui la regolamentazione sanitaria è scarsa o inesistente.

Perché serve la certificazione

La differenza tra un dispositivo autorizzato e un gadget fasullo non sta solo nella qualità costruttiva, ma nella scienza che c’è dietro.

I sensori glicemici oggi disponibili sul mercato – come quelli utilizzati nelle terapie avanzate del diabete – hanno alle spalle anni di ricerca clinica, studi comparativi, valutazioni da parte di autorità regolatorie come il Ministero della Salute e l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali). Solo dopo aver superato test rigorosi, vengono messi a disposizione dei pazienti, spesso con il supporto delle società scientifiche come la SID (Società Italiana di Diabetologia) e l’AMD (Associazione Medici Diabetologi).

Non è un percorso semplice, né breve: serve dimostrare affidabilità, precisione, sicurezza, compatibilità con terapie complesse. Tutto ciò che non segue queste regole è, per definizione, non sicuro.

Il ruolo del medico: bussola nella tempesta

Un altro punto cruciale riguarda la relazione con il medico specialista. In un mondo in cui le informazioni (e le disinformazioni) corrono veloci, il diabetologo resta la bussola che orienta il paziente.

Prima di acquistare o provare qualsiasi nuovo dispositivo, è fondamentale parlarne con il proprio medico. Solo lo specialista conosce la situazione clinica individuale e può indicare se e quando un determinato strumento è adatto, garantendo che si tratti di un prodotto autorizzato e supportato da evidenze scientifiche.

Il “fai da te” sanitario, alimentato da pubblicità online, è una scorciatoia che spesso porta a complicazioni. La salute non può essere affidata a un link sponsorizzato.

Fake news e salute: un binomio pericoloso

Il tema si inserisce in un problema più ampio: la diffusione di fake news in ambito sanitario. Internet ha democratizzato l’accesso alle informazioni, ma allo stesso tempo ha spalancato le porte a contenuti fuorvianti, che trovano terreno fertile soprattutto tra chi cerca soluzioni immediate.

Nel caso del diabete, malattia cronica che richiede una gestione costante e complessa, il rischio è ancora più alto. Ogni decisione terapeutica ha conseguenze dirette e quotidiane.

Cadere in trappole pubblicitarie non significa solo perdere denaro, ma esporsi a danni seri e concreti.

L’unica regola: diffidare delle imitazioni

In un contesto così delicato, la regola da ricordare è semplice quanto antica: diffidare delle imitazioni.

  • Nessun sensore “miracoloso” può sostituire oggi i dispositivi certificati.

  • Nessuna scorciatoia pubblicitaria vale la sicurezza offerta dalla scienza.

  • Nessun paziente dovrebbe decidere da solo senza il confronto con il proprio specialista.

Il progresso tecnologico nel diabete è reale e concreto. I sensori glicemici certificati hanno già trasformato il modo di vivere la malattia, riducendo il numero di punture, migliorando la qualità della vita, prevenendo complicanze. Ma si tratta di strumenti seri, frutto di anni di ricerca, non di slogan accattivanti.

La tentazione del “senza aghi” è comprensibile, ma oggi resta una promessa vuota, un’illusione venduta online.

La salute non è un terreno su cui rischiare: affidarsi solo a dispositivi certificati, prescritti dai medici e approvati dalle autorità sanitarie, è l’unico modo per proteggere sé stessi e vivere meglio con il diabete.

Meglio fidarsi della scienza, che di un post sponsorizzato.

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Alcol e diabete di tipo 1: Puoi, ma senza esagerare

Il consumo di alcol è una parte importante della vita sociale in molte culture, spesso utilizzato come modo per rilassarsi e socializzare. Un bicchiere di vino dopo una lunga giornata o un boccale di birra in compagnia degli amici durante un pasto possono essere momenti piacevoli. Ma se hai il diabete di tipo 1, ti chiedi se è possibile concederti anche questi piaceri?

La risposta è sì, anche le persone con diabete di tipo 1 possono concedersi un calice di vino o un bicchierino di whisky, ma è importante conoscere alcuni aspetti prima di decidere di passare una serata in un locale.

Alcol, fegato e glicemia

Il fegato è l’organo principale per il metabolismo dell’alcol, poiché smaltisce circa l’80% di esso. Ma perché è importante comprendere l’impatto dell’alcol sul fegato? Questo organo ha due funzioni chiave in relazione alla glicemia.

In primo luogo, il fegato può produrre glucosio a partire da proteine o grassi, un processo chiamato gluconeogenesi, che avviene soprattutto durante periodi di digiuno, come la notte. In secondo luogo, quando i livelli di glucosio nel sangue sono elevati, il fegato converte una parte di questo glucosio in glicogeno, una forma di glucosio complesso che viene immagazzinata nel fegato e può essere facilmente riconvertita in glucosio semplice quando necessario. Questi due processi sono fondamentali per mantenere un equilibrio glicemico stabile nel corso della giornata.

Quando il fegato metabolizza l’alcol, vengono rilasciati sottoprodotti chimici che ostacolano il processo di gluconeogenesi. Ad esempio, circa 120 ml di vodka liscia possono ridurre la gluconeogenesi del 45%. Inoltre, l’alcol impedisce anche la trasformazione del glicogeno in glucosio. In sintesi, l’alcol limita entrambi i processi, riducendo i livelli di glicemia.

Alcol, gestione della glicemia e diabete di tipo 1

Cosa significa tutto ciò per chi vive con il diabete di tipo 1? L’alcol ha un effetto ipoglicemizzante (abbassante della glicemia) su tutte le persone, ma le persone con diabete di tipo 1 devono prestare attenzione in particolare quando consumano alcol.

L’effetto dell’alcol sulla glicemia può variare a seconda del momento in cui viene consumato e del tipo di bevanda alcolica. Ad esempio, bere un bicchiere di vino o un boccale di birra durante il pasto ha generalmente un impatto minore sulla glicemia, a condizione che l’alcol venga consumato con il cibo e in quantità moderate.

Più alta è la quantità di alcol e maggiore il grado alcolico, più cresce il rischio di un calo della glicemia.

Studi hanno dimostrato che un consumo moderato di alcol (1 g per kg di peso corporeo), se assunto durante un pasto, ha un impatto limitato sulla glicemia e sui livelli di insulina nelle persone con diabete di tipo 1.

Tuttavia, quando l’alcol viene consumato a digiuno o lontano dai pasti, può provocare una significativa diminuzione dei livelli di glucosio nel sangue.

Più ci si allontana dal pasto e maggiore è il consumo di alcol, maggiore è il rischio di sviluppare ipoglicemia. Inoltre, è importante sapere che l’ipoglicemia può verificarsi non solo durante il consumo di alcol, ma anche fino a 12 ore dopo, anche dopo aver mangiato.

Oltre all’ipoglicemia, una persona con diabete di tipo 1 potrebbe sviluppare iperglicemia (livelli elevati di glicemia) quando consuma alcolici, in particolare liquori e superalcolici, che spesso contengono zuccheri.

Anche i cocktail, che sono spesso miscelati con bibite zuccherate o succhi di frutta, possono contribuire a un aumento della glicemia. Pertanto, è fondamentale prestare attenzione al tipo di alcol consumato e alla sua combinazione con altre bevande.

Vivere con il diabete di tipo 1 e bere alcolici in sicurezza

Nel 2019, le linee guida dell’American Diabetes Association suggerivano alle persone con diabete di tipo 1 di moderare il consumo di alcol. In particolare, raccomandano di non superare 1 bevanda alcolica al giorno per le donne adulte e 2 per gli uomini adulti. Disporre di informazioni aggiornate e di una buona gestione terapeutica ti aiuterà a essere preparato, se dovessi aver bisogno di assistenza durante una serata fuori.

Ecco alcuni consigli per bere alcolici in sicurezza:

  • Controlla i livelli di glicemia prima, durante e dopo il consumo di alcol.

  • Mangia un buon pasto che includa carboidrati prima di uscire.

  • Porta con te alimenti che possano aumentare rapidamente i tuoi livelli di glicemia in caso di ipoglicemia.

  • Mantieniti idratato, alternando l’alcol con acqua.

  • Tieni presente che attività fisiche come ballare possono abbassare ulteriormente la glicemia.

  • Controlla i livelli di glicemia prima di andare a dormire e mangia qualcosa se i livelli sono bassi.

  • Prediligi bibite senza zucchero per miscelare con l’alcol, in modo da evitare picchi glicemici.

  • Fai colazione al mattino, anche se non hai fame, per mantenere stabili i livelli glicemici.

  • Chiedi consiglio al tuo team diabetologico per sapere quali bevande alcoliche sono più facilmente gestibili, come quelle con un minore grado alcolico o quelle che non presentano contenuti alcolici variabili a seconda di come vengono servite.

Suggerimento aggiuntivo

Usa la tecnologia per monitorare meglio i tuoi livelli glicemici. Oggi, molti dispositivi di monitoraggio continuo del glucosio e microinfusori permettono di regolare temporaneamente l’erogazione dell’insulina, aiutandoti a gestire meglio la glicemia in situazioni come il consumo di alcol. Parla con il tuo team diabetologico per scoprire come la tecnologia possa supportarti nella gestione di pasti e alcolici.

Considerazioni finali

Con il diabete di tipo 1, non devi sentirti privato di una vita sociale che include occasionalmente un drink. Bere un bicchiere di vino o un cocktail in compagnia non dovrebbe essere un problema, a patto di farlo con consapevolezza e seguendo alcune precauzioni. Consulta sempre il tuo team diabetologico per ottenere informazioni personalizzate su come gestire l’assunzione di alcol in modo sicuro e consapevole.

Riferimenti bibliografici
  1. White ND. Alcohol use in young adults with type 1 diabetes mellitus. Am J Lifestyle Med. 2017;11(6):433-435.

  2. Diabetes.org.uk. Type 1 diabetes and drinking. Available at: https://www.diabetes.org.uk/guide-to-diabetes/young-adults/type-1-drinking. Accessed January 2022.

  3. American Diabetes Association. Lifestyle management: Standards of medical care in diabetes. Diab Care. 2019;42(Suppl 1): S46-S60.

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